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Illustrazione di Rebecca Serchi


Un approccio destrutturato alla didattica

Scuotono la testa, si agitano sulla sedia cercando una posizione che favorisca il fluire dei pensieri, fanno spazio sul banco come se cercassero di fare spazio nella mente, sbuffano e, fissando la traccia in cima alla pagina, ripetono con espressione tra l’afflitto e il disperato: “E ora che scrivo? Che senso ha un tema su questo?”, dove “questo” assume il ruolo di termine contenitore in cui c’è qualsiasi argomento sia stato proposto dalla scuola primaria alle superiori. Riconoscete in questa descrizione, una situazione familiare? Eh sì, perché ahimè, tanti ragazzi non amano scrivere o si sentono a disagio nell’affrontare un compito di scrittura.

Proprio questa disaffezione verso la scrittura è stata una delle scintille che ha fatto accendere la domanda nella mia mente di editrice e ancor prima di autrice: “Quale strategia usare per far riscoprire ai ragazzi il piacere per la scrittura che vada oltre i pochi caratteri di un messaggio whatsapp o di una caption su instagram?”

La risposta è arrivata dapprima cercando di risolvere uno dei giochi contenuti nella Pagina della Sfinge della Settimana Enigmistica (il mio settimanale preferito), poi grazie all’incontro con la  Ludolinguistica, approccio ludico all’insegnamento dell’italiano L2.

Ed è arrivata con un’altra domanda: e se si provasse a proporre l’attività di scrittura come attività ludica? Se il punto di partenza per la scrittura di un qualsiasi testo fosse un gioco, e nello specifico, un gioco di parole?

Ho risposto a queste domande sperimentando io stessa l’approccio nella scrittura di alcuni albi che poi abbiamo inserito in una collana dedicata “I Logogrifi”. Sono nati così Flavia Uragano, Re Gola e la sua regola e L’amore sa di more e altre brevi storielle che ho di volta in volta pubblicato prima su un blog Alisé Tiracrut (pseudonimo risultante dall’anagramma completo del mio nome e cognome) e poi sul mio sito personale (www.luisacarretti.com) e che rappresentano i primi entusiasti esperimenti.

Questi testi, queste storie sono costruite partendo dalla convinzione che ogni parola possa considerarsi custode di uno o più universi fantastici. Il compito dello scrittore è quello di scovarli, dal loro voce e forma sulla pagina scritta, senza paura di sbagliare (quanto frena questa paura!) né di avventurarsi in percorsi accidentati.

 

Ma al di là di questo, cosa ho potuto sperimentare?

Innanzitutto, che partire da un gioco di parole ti risparmia dall’angoscia della pagina bianca e “dell’adesso che cosa scrivo?”, poi che si innescano processi immaginativi inaspettati nella costruzione del testo, qualsiasi, e ancor di più nella scrittura di un testo narrativo, in cui la fantasia può galoppare lungo sentieri mai battuti.

Il passaggio successivo è stato lo studio. Sono andata alla ricerca di testi, studi, approcci giocosi al compito di scrittura che hanno rafforzato, sostenuto, confermato, ciò che è nato come semplice intuizione. Dai manuali di ludolinguistica di Anthony Mollica, agli esperimenti in classe di Ersilia Zamponi sino al testo più recente di M. Caldera edito da La meridiana, passando per le suggestioni che arrivano da Gianni Rodari nella sua Grammatica della fantasia, quelle di Fosco Maraini con le sue Gnosi delle Fànfole e tanto altro di più.

La conferma che la strada intrapresa avesse un senso è arrivata durante i laboratori in classe con bambini di scuola primaria (terze, quarte e quinta principalmente), ma anche con ragazzi di scuola secondaria di secondo grado, oltre che con adulti.

Il gioco come innesco del processo creativo e di scrittura offre l’opportunità di costruire un percorso di lavoro in ottica laboratoriale partecipativa, in cui l’alunno è protagonista e padrone di un’esperienza di apprendimento che si costruisce strada facendo secondo un approccio didattico destrutturato: le conoscenze sono scoperte, elaborate, rielaborate e interiorizzate mentre si lavora; creatività, originalità, capacità sono valorizzate; si impara a lavorare insieme; si sviluppa attenzione verso la parola, la sua forma, l’uso specifico dei termini e verso la costruzione di percorsi narrativi insolite. Tutto questo crea scrittori, certo, ma anche lettori più attenti e consapevoli, capaci di entrare tra le maglie di un testo e coglierne la struttura.

Il risultato è nelle parole entusiaste di chi ha preso parte a questi laboratori, trovando nuovi stimoli nel compito di scrittura, ognuno con le proprie capacità e competenze linguistiche. Perché un aspetto importante di questo approccio è che riesce a ridurre le differenze, coinvolgendo proprio tutti!

Di questo e di molto altro parleremo con me, Luisa Carretti, e Barbara Carretti durante la formazione per insegnanti di scuola primaria: “Scrivere con i giochi di parole. Un approccio originale al compito di scrittura” che si terrà online il 20 e il 27 ottobre sulla piattaforma e-learning de La meridiana.

Iscriviti adesso! Puoi pagare con CARTA DEL DOCENTE e c’è anche un piccolo regalo per te!

Il percorso è inserito in piattaforma MIUR con il Cod. Id. n. 87937

 

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