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Illustrazione di Rebecca Serchi


Integrazione, accoglienza parole che sembrano più un’utopia che una realtà.

È di qualche giorno fa la notizia di alcuni genitori che hanno deciso di trasferire i propri figli in un’altra scuola, perché la classe in cui si trovavano aveva una percentuale troppo alta di stranieri.

“Non avrebbero imparato niente”, hanno affermato e così hanno preferito spostarli in classi composte per la maggioranza da bambini italiani.

L’attenzione ancora una volta è tornata su un tema sempre attuale, quello dell’integrazione, dell’accoglienza, della diversità in un paese, l’Italia, in cui l’aumento del numero degli stranieri ha determinato una trasformazione sociale, economica e culturale profonda. Se nei primi anni ’90 la popolazione con cittadinanza di un paese straniero costituiva l’1,7% della popolazione totale, oggi questa percentuale è pari a poco meno del 10%.  Ponendo l’Italia al terzo posto tra i Paesi in Europa per accoglienza dei migranti.

Cosa significa accogliere?

Accettare, ricevere qualcosa o qualcuno.  L’accoglienza è dunque un’apertura, ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare - in una casa, in un gruppo, in sé stessi. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si apre verso l’altro diventando un tutt’uno con lui.

Frida Kahlo diceva: Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo.

La certezza, confermata anche da questo e dalle decine di episodi di intolleranza che popolano le notizie di cronaca, è che di accoglienza nel nostro paese se ne faccia davvero poca, nonostante un rapporto di Eurydice (istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa) abbia evidenziato l’importanza di rafforzare l’educazione inclusiva nelle scuole europee. Questo include non solo l’integrazione degli studenti con bisogni educativi speciali, ma anche l’accoglienza e l’integrazione di studenti stranieri con background migratorio.

Una direzione esiste ed è dettata dal Piano d'azione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027 dalla Comunità Europea. EU action plan on integration and inclusion 2020-2027.indd (integrazionemigranti.gov.it)  seguirlo e metterlo in pratica è la difficoltà.

Una difficoltà ingigantita dalla percezione della differenza come distanza sociale e come metro per valutare chi ha diritto di essere un cittadino di serie A e chi invece cittadino con diritti non può diventarlo. È di questi giorni il dibattito sullo Ius Scholae e la diffusione di referendum per la cittadinanza (https://referendumcittadinanza.it/) il cui quesito chiede di ridurre a 5 anni il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. 

Cosa possiamo fare in questo contesto per costruire una società inclusiva, tollerante e abbattere i muri dell'odio?

Lavorare sull’educazione dei ragazzi, sensibilizzare, attivare il pensiero critico con contenuti che possano portare una prospettiva diversa da quella che (purtroppo) la cultura main stream al momento sponsorizza.

 

Qui vicino dell’autrice Ida Mlakar Črnič è il nostro piccolo contributo a un cambio di passo. Una lettura che può aiutare a modificare la prospettiva sull’altro e sulle differenze.

Una lettura imprescindibile a scuola.

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